Vi siete mai chiesti come mai il logo Google cambi così spesso? Il doodle celebra vari eventi nel corso dell’anno e questa è la sua storia.
Se c’è da celebrare una giornata mondiale oppure l’anniversario di nascita o morte di un personaggio particolarmente influente per la storia, Google è lì pronto a condividere un nuovo doodle. Il doodle non è altro che il logo Google che, per una occasione o per l’altra, indossa nuove vesti, trasformandosi in un gioco interattivo, in un collegamento ipertestuale a qualche pagina Wikipedia e via dicendo.
Ma quando è nata questa tradizione? Per capirlo dobbiamo fare un balzo indietro, verso la fine degli anni ’90. E più precisamente al 1998, quando i fondatori del motore di ricerca più noto al mondo (a proposito, lo sapete perché Google si chiama proprio così?) modificarono per la prima volta il logo per comunicare la loro assenza dagli uffici. All’epoca Larry Page e Sergey Brin si recarono al Burning Man, un noto festival musicale che si tiene ogni anno nello sconfinato deserto del Nevada, Stati Uniti.
Il primo doodle della storia: come è nata la tradizione del logo Google
Per questo aggiunsero il disegno stilizzato di un omino (il burning man, per l’appunto) dietro alla seconda “o” del logo. Di lì in poi questo espediente fu usato per abbellire il logo sempre più spesso, divenendo sempre più complesso.
L’anno seguente, nel ’99, i fondatori incaricarono la stagista Dennis Hwang di creare un loro che celebrasse la presa della Bastiglia del 1789. Il risultato gli piacque così tanto che Hwang fu promossa a disegnatore capo, mentre i doodle diventavano sempre più complessi.
Il primo doodle interattivo fece perdere milioni di ore di produttività: perché?
Oggi, addirittura, siamo abituati a interagire col doodle di turno. Il primo doodle interattivo della storia, infatti, risale al 2010, quando l’azienda statunitense decise di celebrare il trentesimo anniversario di Pac-Man con un doodle-gioco.
Quest’ultimo rimase online per ben 2 giorni e leggenda vuole (o meglio, dati ufficiali vogliono) che abbia fatto perdere una media di 4,8 milioni di ore di produttività tra coloro che si lasciarono distrarre dal giochino interattivo.