Intelligenza artificiale e salute, arriva l’annuncio sorprendente dell’esperto. “Cure più efficaci ma..”

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il settore della sanità, ma secondo gli esperti bisogna fare attenzione a un aspetto fondamentale per evitare di creare troppo divario.

Intelligenza artificiale 4 GPT
Intelligenza artificiale 4 GPT (Mrinformatico.it)

L’intelligenza artificiale (anche definita IA o AI) si sta diffondendo sempre di più nei più disparati ambiti culturali ed economici. Pensiamo all’uso che se ne fa nell’arte o a quello che se ne fa in ambito giornalistico, pensiamo a quanto torni utile a chi studia, a chi scrive programmi per il web o quanta importanza stia assumendo in ambito sanitario.

Ebbene sì, il settore sanitario si sta aprendo sempre di più all’uso di IA, con tecnologie che puntano a migliorare non solo i processi diagnostici, ma anche quelli terapeutici. In Italia, ad esempio, sono tantissimi gli ospedali che fanno uso di AI: alcuni esempi sono l’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma e il San Raffaele di Milano. Ma anche l’Istituto Humanitas a Rozzano o il Policlinico Gemelli di Roma.

Il direttore tecnico del Gemelli parla dell’importanza dei finanziamenti per l’AI

Intelligenza artificiale
L’AI svolge un ruolo fondamentale in ambito sanitario, ma c’è bisogno di investimenti e regolamentazione sulla questione dei dati (Mrinformatico.it)

E proprio parlando con il direttore Tecnico, ICT ed Innovazione della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma Giovanni Arcuri possiamo comprendere sia l’importanza dell’AI, sia quella di gestire questi strumenti in modo corretto. L’apporto positivo alla medicina delle AI è indubbio, stando ad Arcuri, ma vi sono anche alcune problematiche connesse alla questione.

In particolare quelle relative ai finanziamenti per lo sviluppo e l’innovazione e quelle relative ai dati. Ebbene sì, poiché l’AI lavora tramite i dati e utilizza algoritmi che si basano sull’analisi di milioni di questi dati. Come ogni tecnologia specifica, però, l’evoluzione è sempre dietro l’angolo e non si può pensare di portare avanti questi strumenti senza una base solida di finanziamento.

Per Arcuri “in assenza di investimenti la disparità di accesso alla salute non potrà che peggiorare“, per questo è fondamentale che lo Stato stanzi finanziamenti o che si facciano delle partnership coi privati. Inoltre la questione dei dati deve essere regolamentata. Su questo deve intervenire la legislazione nazionale e internazionale, come in effetti sta già accadendo.

Come bisogna gestire i dati? Serve una regolamentazione precisa

Il Parlamento Europeo, ad esempio, ha approvato lo scorso 13 marzo l’AI Act e sta lavorando allo European Health Data Space. Quest’ultimo è un regolamento relativo a una maxi piattaforma condivisa in cui i cittadini potranno condividere i propri dati. Questi dati, a loro volta, potranno essere usati per migliorare gli algoritmi e le prestazioni dell’intelligenza artificiale.

Come ricorda Arcuri, infatti, “quando sviluppiamo algoritmi di IA, li addestriamo sulla nostra popolazione di pazienti, che è ampia ma limitata ad una singola struttura. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che certi risultati non sono automaticamente trasferibili ad altri gruppi di popolazione, ad esempio ad altre etnie“. E ciò rende ancora più necessario stabilire una rete solida di collaborazione e condivisione in ambito sanitario.

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